Bologna, differenziata in alto mare

Per capire davvero se il bicchiere fosse mezzo vuoto o mezzo pieno, è bastata una modifica alle leggi regionali, una norma nuova entrata in vigore a fine 2009 che in pratica stabilisce come vanno letti i dati sulla raccolta dei rifiuti. In sintesi: si può parlare di differenziata solo per i rifiuti che sono effettivamente smaltiti come tali, e non per tutti quelli che finiscono negli appositi cassonetti. Una specie di differenziata “al netto” dei rifiuti impropri, e con un risultato tutt’altro che roseo: nell’a nno 2010 Bologna scopre di avere una percentuale del 33,78% (secondo le precedenti rilevazioni era al 37%), dato che la colloca non certo tra le prime della classe nella classifica delle città che adottano politiche virtuose in tema di smaltimento. Un crollo verticale comunque dal punto di vista numerico, annunciato (e motivato con le modifiche della legge regionale) da Roberto Diolaiti, dirigente del settore Ambiente di Palazzo D’Accursio, in commissione provinciale. Un crollo, appunto, da imputare al nuovo metodo di calcolo ma che comunque non lascia spazio a equivoci. Certo, senza il cambiamento della normativa «vedremmo tranquillamente confermato il dato del 37%», ha spiegato Diolaiti in commissione, ma ciò non toglie che la differenziata sta rallentando, mentre invece dovrebbe accelera re . In ogni caso, per la città, l’obiettivo di legge del 65% di differenziata entro il 2012 è una chimera: «Non credo che Bologna se lo potrà permettere», ha dovuto ammettere il dirigente di Palazzo D’Accursio. Per Diolaiti, invece, è realistico porsi l’obiettivo di allinearsi alla media provinciale del 40% (in base alla vecchia modalità di calcolo) e poi quello, «ambizioso ma raggiungibile », di arrivare al 45%. Un ruolo decisivo, certo, lo giocherà il centro storico. Secondo le stime di Hera, riferite da Diolaiti, l’introduzione della differenziata all’interno delle mura (le azioni già in corso sono molto limitate) vale un aumento tra il 6% e l’8%. «Quella del centro storico è la sfida a cui siamo chiamati », ha spiegato il dirigente comunale, «conciliando l’esigenza di implementare la differenziata con il tema del decoro urbano». Sul come, però, Diolaiti non si è sbilanciato: «Ne stiamo discutendo ma sarà un sistema articolato in base alle diverse zone del centro». Raccordare il tutto con il tema del decoro, tra l’altro, non si annuncia un compito facile. Un esempio l’ha dato lo stesso Diolaiti: anche «il colore dei sacchetti che bisognerà usare per la differenziata andrà studiato». In ogni caso, secondo il dirigente del Comune, l’introduzione della differenziata in centro dovrà avere l’avallo sia della Commissione per la qualità architettonica e il paesaggio di Palazzo d’A ccursio che del gruppo di lavoro a cui il commissario Anna Maria Cancellieri ha affidato la missione di riqualificare il centro, sotto la guida di Bruno Gabrielli. Così in commissione sono stati sollevati problemi come quello dei cassonetti, veri «monumenti alla spazzatura » che creano grosse difficoltà alle persone anziane (Sabbioni, Pdl), e dei «camion usati da Hera che risalgono agli anni Sessanta e sputano fuori del gasolio tremendo» (Sorbi, Udc), la situazione pare chiara e il sistema di raccolta differenziata non è ancora del tutto efficace. Tanto che, sempre in commissione, anche dalla maggioranza sono arrivate critiche: «In questi anni Bologna non ha avuto il coraggio politico di fare scelte forti», ha detto Marilena Fabbri del Pd. E come darle torto se la percentuale di differenziata in città è praticamente la metà di quella che entro il 2012 prevede il minimo di legge.

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