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Dopolavoro in crisi, chiude l’Arena Puccini

Il primo atto è stata una nota alla Cineteca per dire che quest’estate non verrà concessa l’Arena Puccini. Il successivo sarà una dismissione progressiva delle aree. Comincia tra rabbia e mestizia l’agonia finale dell’associazione del Dopolavoro Ferroviario (Dlf), «vessata da anni – dice il presidente Fulvio Saiano – da un aumento progressivo e smisurato dell’affitto che dal 2003 a oggi è cresciuto di dieci volte». Il parco di via Serlio, cinque ettari in pieno centro, è di Rete ferroviaria italiana, a cui l’associazione nel 2010 deve pagare quasi 400mila euro, che diventeranno 536mila nel 2011 e 617mila nel 2012. Miracoli della contrattazione privata (unilaterale) che però stridono alquanto con quell’accordo firmato nel 2006 con cui Rfi si impegnava a cedere gratis il terreno al Comune. Da un lato allora la promessa donazione a palazzo d’Accursio mentre dall’altro l’affitto alle stelle chiesto al Dlf. E poi dicono che il parco è in stato di degrado, che ci sono pusher e tossici che si bucano, che non c’è illuminazione e le condizioni igieniche sono scadenti. «Non abbiamo i soldi per la vigilanza privata, visto che la Polfer non interviene. Paghiamo di tasca nostra le spese per la manutenzione – avvisa Saiano – mentre il codice civile dice che dovrebbe pagarle il proprietario dell’area. Anche questa palazzina che è sede del Dopolavoro è stata ristrutturata interamente da noi e la risposta delle Ferrovie sapete qual è stata? Proprio qui, su questa struttura ci aumenta l’affitto: nel 2008 pagavamo quasi 26mila euro, mentre per il 2010 ne vogliono 43mila». Il salasso economico poi è proporzionalmente ripartito tra tutte le associazioni che qui operano in subaffitto. Ci sono gli Astrofili, ultimi arrivati, la Musicarti che si occupa di canto, la New Musukan che organizza corsi di arti marziali, la Sempre Avanti che gestisce la palestra. Sono meno della metà dei gruppi che lavorano nel parco, gente che per mandare avanti la baracca ha tirato fuori soldi di tasca propria per pagare la caldaia che si guastava o l’idraulico che doveva riparare il lavandino. Gente che un domani sarebbe pronta anche ad «occupare». «Queste sono spese che per legge deve pagare il proprietario, cioè le Ferrovie. Però che dovremmo fare? Stiamo senz’acqua o senza riscaldamento?». Ma perché se nel 2006 Rfi si era impegnata a cedere gratuitamente il parco ancora non l’ha fatto? «Perché dovevano presentare un piano particolareggiato e non sono in grado di farlo – spiega Claudio Mazzanti, ex presidente del quartiere Navile – Che la cedano e basta, o che congelino l’affitto. Chiediamo al commissario Anna Maria Cancellieri di intervenire nella vicenda».

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